Tre mini racconti sul rapporto donne e bicicletta

Alfonsina Strada

Nasce nel 1891 in Emilia da braccianti analfabeti e fu antesignana dell’emancipazione femminile. Ancora bambina si appassiona alla bicicletta e partecipa alle gare di nascosto dai genitori che la credo- no a Messa. Nel 1924 si iscrive al Giro d’Italia maschile fra curiosità, sospetto e polemiche di chi ritiene che il Giro possa diventare una buffonata. Naturalmente fatica per reggere il passo dei colleghi maschi ma taglia sempre il traguardo, spesso in ritardo perché fermata dai tifosi che chiedono autografi e le offrono fiori.

Ma Alfonsina riesce a conquistarsi la stima dei colleghi maschi e di tutte le donne.

Donne in bicicletta ieri

Quando le donne cominciarono a salire sulla bicicletta, a fine 1800, si presero un sacco di libertà non scontare: muoversi in autonomia, accorciare le gonne, indossare i pantaloni. I benpensanti dell’epoca si scandalizzarono: sapevano che quel gesto avrebbe cambiato i rap- porti di potere. Le donne furono criticate, denigrate, derise: i medici sostennero che la bicicletta era pericolosa per la salute femminile in quanto disturbava il sistema nervo- so e danneggiava l’apparato riproduttore”. Susan Brownell Anthony, pioniera americana dei diritti civili, scrisse: “La bicicletta ha fatto di più per emancipare le donne di qualsiasi altra cosa al mondo”.

Donne in bicicletta oggi

Donne, salite sulla bici. Pedalate invece di guidare o aspettare l’autobus; lasciate lo spogliatoio umidiccio della palestra e unitevi alla gente simpatica che pedala la domenica. Sarete più toniche e allegre. Basta preoccupazioni e fisi- me: “Si suda, mi rovino i capelli, che scarpe mi metto”. Certo non si può pedalare con una gonna stretta, né con i tacchi. Ma, con fantasia e buon gusto, l’effetto-bellezza si può ottenere anche in bicicletta. Le cicliste italiane sono le più eleganti del mondo insieme alle parigine. La bicicletta offre pari opportunità, diventerete cittadine più consapevoli, interessanti, attraenti e ardimentose.

La brevità è la caratteristica di questa epoca e la sintesi appare come la nuova comunicazione di oggi.
Il difficile è trasformarla in un racconto perché un racconto breve richiede molta concentrazione e una notevolissima capacità di sintesi. Scrivere un racconto sulla di- stanza delle 100 parole (non una in più, non una in meno,) sembra facile, ma non lo è!